Calendario Serveco 2025. Poesie e illustrazioni

Acqua, l’inizio e la fine di tutto

Nel viaggio di Serveco attraverso i quattro elementi, l’acqua viene subito dopo il fuoco, così come il sollievo arriva dopo l’arsura. Un lusso, appunto, come ci ricordano gli autori dei testi che accompagnano e ispirano le illustrazioni, ma anche un potere naturale: può dare la vita o riprendersela. E non solo evaporando, ma anche irrompendo tra le vie e le case con la forza di un ciclone, o di una tempesta. L’acqua, con la sua assenza o con la sua massiccia presenza, è il metronomo della crisi climatica. E per questo, con questa edizione 2025 del Calendario, Serveco intende omaggiarla.

Pietro Vito Chirulli  |  Carmelo Marangi

Gennaio 2025

Io non so perché
il mio spirito è amaro
con ala inquieta e folle vola sul mare
tutto ciò che mi è caro
con ala che trema
lo cova il mio amore sul pelo dell’acqua. – Perché, perché?

Gabbiano dal volo melanconico
insegue l’onda il mio pensiero
si libra sopra tutti i venti del cielo
s’inclina con la marea obliqua
gabbiano dal volo melanconico.

Ebbro di sole
e di libertà
un istinto lo guida per questa immensità.
La brezza d’estate
sul flusso vermiglio
dolcemente lo accompagna al mite dormiveglia.

A volte tristemente grida
così da allarmare il lontano pilota
poi al vento si affida e in esso si libra
e svetta e si lancia e ancora, con ala ferita
vola e poi tristemente grida!

Io non so perché
il mio spirito è amaro
con ala inquieta e folle vola sul mare
tutto ciò che mi è caro
con ala che trema
lo cova il mio amore sul pelo dell’acqua. – Perché, perché?


Paul Verlaine,
da Sagesse (1880)

Illustrazione di Francesco Corli

Febbraio 2025

Non è il tempo che avanza: è il tuo mare
che in furie azzurre pullula urta abbranca
perché un’orma di te stampi nel nulla
una conca di sale bianca bianca.

Ciuffi di salicornia sugli scogli
si straziano agli sbuffi del maestrale. –
Nella tua bocca sto imparando il mare
la fresca verità dei nostri corpi.

Giovanni Laera, da Maritmie (Marco Saya, 2023)

Illustrazione di Giulia Vincitorio

Marzo 2025

Aguas de Março

È una spina, è un chiodo, è una punta ed
è un punto è una goccia che cade, è un conto, un racconto
è un pesce, un gesto, è l’argento che brilla
è la luce al mattino, il mattone che arriva
è un falò, è il giorno, è il punto alla fine
è distillato in bottiglia, una crepa per strada
è il progetto di casa, il corpo nel letto
è l’auto bloccata, è fango, è fanghiglia
è un passo, è un ponte, è un rospo, una rana
è la macchia d’erbaccia nella luce del giorno
è la pioggia di marzo che chiude l’estate
è la promessa di vita che sta dentro il tuo cuore

Antonio Carlos Jobim (1972)

Illustrazione di Linda Sorrenti

Aprile 2025

Concludendo

Vivo sull’acqua,
solo. Senza moglie né figli.
Ho circumnavigato ogni possibilità
per arrivare a questo:

una piccola casa su acqua grigia,
con le finestre sempre spalancate
al mare stantio. Certe cose non le scegliamo noi,

ma siamo quello che abbiamo fatto.
Soffriamo, gli anni passano, lasciamo
tante cose per via, fuorché il bisogno

di fardelli. L’amore è una pietra
che si posa sul fondo del mare
sotto acqua grigia. Ora, non chiedo nulla

alla poesia, se non vero sentire:
non pietà, non fama, non sollievo. Tacita sposa,
noi possiamo sederci a guardare acqua grigia,

e in una vita che trabocca
di mediocrità e rifiuti
vivere come rocce.

Scorderò di sentire,
scorderò il mio dono. È più grande e duro,
questo, di ciò che là passa per vita.

Derek Walcott, trad. Gilberto Forti, da Mappa del nuovo mondo (Adelphi, 1992)

Illustrazione di Mauro De Luca

Maggio 2025

La morte per acqua

Fleba il fenicio, morto da quindici giorni,
dimenticò il grido dei gabbiani, e il flutto profondo del mare
e il guadagno e la perdita.
Una corrente sottomarina
gli spolpò le ossa in sussurri. Mentre affiorava e affondava
traversò gli stadi della maturità e della gioventù
entrando nei gorghi.
Gentile o Giudeo
o tu che volgi la ruota e guardi nella direzione del vento
pensa a Fleba, che un tempo è stato bello e ben fatto al pari di te.

T.S. Eliot, trad. Mario Praz, da La terra desolata (Einaudi, 1985)

Illustrazione di Ausonia

Giugno 2025

Gliel’aveva detto uno che si chiamava Baster Lynn Baster. Un contadino. Uno di quelli che vivono quarant’anni lavorando come muli e tutto quel che hanno visto è il loro campo e, una o due volte, la città grande, qualche miglio più in là, il giorno della fiera. Solo che poi a lui la siccità aveva portato via tutto, la moglie se n’era andata con un predicatore di non so cosa, e i figli se li era portati via la febbre, tutt’e due. Uno con la buona stella, insomma. Così un giorno aveva preso le sue cose, e aveva fatto tutta l’Inghilterra a piedi per arrivare a Londra. Dato però che non se ne intendeva un granché, di strade, invece che arrivare a Londra era finito in un paesino da nulla, dove però se continuavi sulla strada, facevi due curve e giravi dietro a una collina, alla fine, d’improvviso, vedevi il mare. Non l’aveva mai visto prima, lui. Ne era rimasto fulminato. L’aveva salvato, a voler credere a quello che diceva. Diceva: “È come un urlo gigantesco che grida e grida, e quello che grida è: ‘banda di cornuti, la vita è una cosa immensa, lo volete capire o no? Immensa’.”

Alessandro Baricco, da Novecento (Feltrinelli, 2013)

Illustrazione di Federico Perrone

Luglio 2025

L’isola delle sirene

Interrogato dai suoi ospiti
alla fine del giorno, sui suoi viaggi
per mare e sui pericoli affrontati,
riferì pacato – non avrebbe saputo

come impressionarli, o quali altre
parole adoperare per fare in modo che fossero
con lui nel quieto arcipelago azzurro
e condividessero la vista di quelle isole

la cui luce dorata cambia faccia
al pericolo, che non è più nel tuono
e nel fragore com’è sempre stato
ma muto accoglie i marinai

avvisati come a volte
s’ode un canto provenire dalle isole –
e abbagliati spingono sui remi
oppressi dal silenzio che cinge

una tale vastità
e soffia loro nelle orecchie
quasi fosse l’altra faccia del silenzio
il canto a cui nessuno resiste.

Rainer Maria Rilke
(Die Insel der Sirenen)
Scritta a Parigi tra il 22 agosto e il 5 settembre 1907

Illustrazione di Loputyn

Agosto 2025

A parte l’ombra, l’altro bene supremo è l’acqua.
“L’acqua è tutto,” dice Ogotemmeli, un saggio della popolazione Dogon, che vive nel Mali. “La terra viene dall’acqua. La luce viene dall’acqua. Anche il sangue.”
“Il deserto ti insegnerà una verità,” mi disse una volta a Niamey un mercante ambulante del Sahara. “E cioè, che esiste qualcosa che si può desiderare e amare più di una donna: l’acqua”.


Ryszard Kapuściński
trad. Vera Verdiani, da Ebano (Feltrinelli, 2000)

Illustrazione di Massimiliano Frezzato

Settembre 2025

È acqua. Quando voglio qualcosa di assolutamente puro, qualcosa di sincero, chiedo sempre l’acqua. C’è tanto bisogno di cose semplici per vivere, di cose che non ne nascondono altre. L’acqua è come uno sguardo che non nasconde nulla. Non abbia paura della verità, la verità ci rende liberi. In fondo, che importa la reazione degli altri? Al mio paese un proverbio dice: “Io sono a me stesso tetto, finestra e focolare; le mie parole sono il mio cibo, i miei pensieri, la mia bevanda: dunque sono felice”.

Federico Fellini
Da Giulietta degli spiriti (1965)

Illustrazione di Diana Naneva

Ottobre 2025

Da qualche giorno siamo tutti sott’acqua.

È successo martedì mattina, o forse era mercoledì notte. Ma oggi è venerdì e nessuna mutazione meteorologica, astrologica o geologica, è all’orizzonte.
Era luna crescente e non piena, come la vediamo oggi, o meglio stanotte, sotto lo strato trasparente d’acqua. Io, come la maggior parte di noi, dormivo nel mio letto e mi sono risvegliato sommerso ad una profondità di una decina di metri.
I pesci, una moltitudine, sono diventati con il trascorrere delle ore i nostri imperscrutabili amici. Boccheggiano, sembra che vogliano baciarci senza alcun valido motivo. Ma il nostro sentimento nei loro confronti non è cambiato di molto, anche perché abbiamo più fame di prima, prima dello scioglimento dei ghiacci intendo.
Da quando siamo sott’acqua la temperatura dei nostri corpi si è lievemente abbassata. Prima, sulla terraferma – ho un po’ di nostalgia a pronunciare questa parola – era diventato insopportabile anche il solo respirare. Ora, non so come, lo facciamo più agevolmente. Ma abbiamo ancora tanto da imparare dai pesci. Io provo, come gli altri sommersi, un po’ d’invidia nei loro confronti, nei confronti dei pesci intendo, ma non lo diamo a vedere e, se ne parliamo, lo facciamo, per quanto si può, al riparo dai loro sguardi apparentemente ottusi, ma indiscreti.

Francesco Santoro
da Piccole disavventure dopo lo scioglimento dei ghiacci (in La percezione dell’acqua, Pietre Vive, 2017)

Illustrazione di Gianluca Garofalo

Novembre 2025

Furuike ya
kawazu tobikomu
mizo no oto

Nel vecchio stagno
si tuffa una rana
e l’acqua risuona

Matsuo Bashō (1686)

Illustrazione di Marga “BlackBanshee” Biazzi

Dicembre 2025

Acqua alpina

Gioia di cantare come te, torrente;
gioia di ridere
sentendo nella bocca i denti
bianchi come il tuo greto;
gioia d’essere nata
soltanto in un mattino di sole
tra le viole
di un pascolo;
d’aver scordato la notte
ed il morso dei ghiacci.

Antonia Pozzi (1933)

Illustrazione di Laura Menis

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il calendario Serveco 2025

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