#CAMBIATU
Questo calendario è stato chiuso il 30 settembre 2019. È una giornata molto calda ed è ancora possibile andare in spiaggia in costume. Se a prima vista questa sembra essere una simpatica opportunità per allungare l’estate (siamo al 61 agosto, direbbe qualche buontempone), in realtà sono effetti di quei mutamenti causati dall’immissione in atmosfera, per decenni, di troppi gas serra (anidride carbonica, metano, protossido di azoto…). Abbiamo fatto venire la febbre alla Terra.
Secondo una tesi ormai accreditata dalla scienza mondiale, dobbiamo riuscire a contenere la febbre entro al massimo un grado e mezzo. I modelli previsionali indicano che solo se conteniamo la temperatura media globale entro quel grado e mezzo, è possibile pensare ad un futuro. Se invece entro il 2050, con dieci miliardi di persone, ci sarà un aumento medio di quattro gradi, il pianeta ci scrollerà di dosso come si fa con la polvere.
I cambiamenti climatici sono una diretta conseguenza dell’attività dell’uomo che per troppo tempo ha procrastinato il calcolo del costo ambientale delle proprie azioni, scaricandolo sulle generazioni future. L’attenzione per questi temi, ormai di dominio pubblico e largamente diffusi, è maggiore nei più giovani, e questo è un bene. Eppure non è possibile attendere la loro responsabilizzazione perché si debba intervenire, ma occorre farlo subito. Ognuno nel proprio piccolo.
Il futuro però non è scritto. Per questo intendiamo “fermare il cambiamento” sia come il tentativo dell’umanità di mettere riparo al disastro, consapevoli che il processo è comunque irreversibile, sia come la necessità di fermare nelle nostre teste i fotogrammi dei futuri possibili.
Ti invitiamo a confrontare le immagini elaborate con quelle originali. Quale degli scenari preferiresti? Ebbene, dando per scontata la risposta, non rimane che passare all’azione. Sii tu il primo a cambiare, per evitare che il climate change si manifesti nel peggiore dei modi possibili.
Il primo compito che spetta a tutti è documentarsi e informarsi, quindi assumere comportamenti sostenibili, riducendo sprechi e produzione di rifiuti, ragionando sul “valore etico” della spesa piuttosto che sul costo, scegliendo prodotti locali o comunque biologici e prediligedo quelli che possono avere lunga vita o un facile riutilizzo. Fare una buona raccolta differenziata è ovviamente il primo passo per diventare una sentinella del clima.
L’edizione 2020 di questo calendario è un invito a non sottovalutare l’impatto che può avere ognuno di noi nella lotta che riguarda tutta l’umanità. Appendilo in casa, donalo alla classe dei tuoi figli, portalo al lavoro, fai in modo che le conseguenze delle nostre scelte di oggi siano ben chiare.
Come puoi cambiare tu per ridurre gli effetti dei cambiamenti climatici? Scoprilo con questo nostro calendario “interattivo” e “multimediale”.
Progetto origami 3D a cura di
#CAMBIATU
Questo calendario è stato chiuso il 30 settembre 2019. È una giornata molto calda ed è ancora possibile andare in spiaggia in costume. Se a prima vista questa sembra essere una simpatica opportunità per allungare l’estate (siamo al 61 agosto, direbbe qualche buontempone), in realtà sono effetti di quei mutamenti causati dall’immissione in atmosfera, per decenni, di troppi gas serra (anidride carbonica, metano, protossido di azoto…). Abbiamo fatto venire la febbre alla Terra.
Secondo una tesi ormai accreditata dalla scienza mondiale, dobbiamo riuscire a contenere la febbre entro al massimo un grado e mezzo. I modelli previsionali indicano che solo se conteniamo la temperatura media globale entro quel grado e mezzo, è possibile pensare ad un futuro. Se invece entro il 2050, con dieci miliardi di persone, ci sarà un aumento medio di quattro gradi, il pianeta ci scrollerà di dosso come si fa con la polvere.
I cambiamenti climatici sono una diretta conseguenza dell’attività dell’uomo che per troppo tempo ha procrastinato il calcolo del costo ambientale delle proprie azioni, scaricandolo sulle generazioni future. L’attenzione per questi temi, ormai di dominio pubblico e largamente diffusi, è maggiore nei più giovani, e questo è un bene. Eppure non è possibile attendere la loro responsabilizzazione perché si debba intervenire, ma occorre farlo subito. Ognuno nel proprio piccolo.
Il futuro però non è scritto. Per questo intendiamo “fermare il cambiamento” sia come il tentativo dell’umanità di mettere riparo al disastro, consapevoli che il processo è comunque irreversibile, sia come la necessità di fermare nelle nostre teste i fotogrammi dei futuri possibili.
Ti invitiamo a confrontare le immagini elaborate con quelle originali. Quale degli scenari preferiresti? Ebbene, dando per scontata la risposta, non rimane che passare all’azione. Sii tu il primo a cambiare, per evitare che il climate change si manifesti nel peggiore dei modi possibili.
Il primo compito che spetta a tutti è documentarsi e informarsi, quindi assumere comportamenti sostenibili, riducendo sprechi e produzione di rifiuti, ragionando sul “valore etico” della spesa piuttosto che sul costo, scegliendo prodotti locali o comunque biologici e prediligedo quelli che possono avere lunga vita o un facile riutilizzo. Fare una buona raccolta differenziata è ovviamente il primo passo per diventare una sentinella del clima.
L’edizione 2020 di questo calendario è un invito a non sottovalutare l’impatto che può avere ognuno di noi nella lotta che riguarda tutta l’umanità. Appendilo in casa, donalo alla classe dei tuoi figli, portalo al lavoro, fai in modo che le conseguenze delle nostre scelte di oggi siano ben chiare.
Come puoi cambiare tu per ridurre gli effetti dei cambiamenti climatici? Scoprilo con questo nostro calendario “interattivo” e “multimediale”.
Progetto origami 3D a cura di
Inondazioni
Castello Svevo
Barletta
Cosa accade quando piove moltissimo dopo un lungo periodo di siccità? L’acqua non riesce a fluire nel terreno permeabile e quasi scorre senza essere assorbita. Immaginate quindi cosa potrebbe accadere se imponenti mareggiate colpissero territori desertificati, o se poderose piogge tropicali inondassero le campagne senza vita. Secondo il Gruppo Intergovernativo sul Cambiamento Climatico (IPCC), le grandi inondazioni che finora hanno colpito alcune città costiere e le isole una volta ogni 100 anni, potrebbero diventare entro il 2050 eventi annuali. Si racconta che Eraclio, il leggendario gigante di Barletta, indusse i nemici a scappare con uno stratagemma: si fece trovare in lacrime mentre si lamentava che i suoi concittadini l’avvessero cacciato perché troppo piccolo per difendere la città. I nemici che bussano alle porte, ora, non hanno alcun timore della grandezza dell’Uomo.
SCARICA IL CALENDARIOInondazioni
Castello Svevo
Barletta
Cosa accade quando piove moltissimo dopo un lungo periodo di siccità? L’acqua non riesce a fluire nel terreno permeabile e quasi scorre senza essere assorbita. Immaginate quindi cosa potrebbe accadere se imponenti mareggiate colpissero territori desertificati, o se poderose piogge tropicali inondassero le campagne senza vita. Secondo il Gruppo Intergovernativo sul Cambiamento Climatico (IPCC), le grandi inondazioni che finora hanno colpito alcune città costiere e le isole una volta ogni 100 anni, potrebbero diventare entro il 2050 eventi annuali. Si racconta che Eraclio, il leggendario gigante di Barletta, indusse i nemici a scappare con uno stratagemma: si fece trovare in lacrime mentre si lamentava che i suoi concittadini l’avvessero cacciato perché troppo piccolo per difendere la città. I nemici che bussano alle porte, ora, non hanno alcun timore della grandezza dell’Uomo.
SCARICA IL CALENDARIODesertificazione
Castel del Monte
Andria
La desertificazione è quel processo che rende sterile la terra. Per quanta acqua possiamo usare, per quanto in profondità possiamo scavare, la terra che perde proprietà organiche in grado di generare vita, produce deserto. La cementificazione, l’utilizzo senza limiti di prodotti chimici, il mancato rispetto del ciclo naturale dell’agricoltura, rischiano di farci svegliare un giorno e renderci conto che per quanta acqua aggiungiamo alla terra, essa non sarà altro che una secca distesa di sabbia screpolata.
La Convenzione dell’Onu contro la desertificazione (UNCCD) sostiene che ogni anno perdiamo 24 miliardi di tonnellate di terra fertile e 15 miliardi di alberi ogni ora. Le regioni fortemente a rischio sono Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. Le pratiche considerate non sostenibili sono le monocolture, l’uso di sostanze chimiche e il pascolo eccessivo.
SCARICA IL CALENDARIODesertificazione
Castel del Monte
Andria
La desertificazione è quel processo che rende sterile la terra. Per quanta acqua possiamo usare, per quanto in profondità possiamo scavare, la terra che perde proprietà organiche in grado di generare vita, produce deserto. La cementificazione, l’utilizzo senza limiti di prodotti chimici, il mancato rispetto del ciclo naturale dell’agricoltura, rischiano di farci svegliare un giorno e renderci conto che per quanta acqua aggiungiamo alla terra, essa non sarà altro che una secca distesa di sabbia screpolata.
La Convenzione dell’Onu contro la desertificazione (UNCCD) sostiene che ogni anno perdiamo 24 miliardi di tonnellate di terra fertile e 15 miliardi di alberi ogni ora. Le regioni fortemente a rischio sono Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. Le pratiche considerate non sostenibili sono le monocolture, l’uso di sostanze chimiche e il pascolo eccessivo.
SCARICA IL CALENDARIOAcidificazione dei mari
Cattedrale di Santa Maria Assunta
Trani
I mari assorbono una buona parte della Co2 immessa in atmosfera, tra un terzo e un quarto del totale. Se questo da un lato permette di mitigare l’effetto serra, dall’altro produce dei cambiamenti nelle acque, che mutano il proprio ph a causa della produzione di acido carbonico. Se l’acqua diventa più acida, le barriere coralline sono a rischio e lo sono anche i molluschi, i cui gusci difficilmente potranno sopravvivere al cambiamento di acidità del mare. Immagina quindi di esporre alle mareggiate la stupenda cattedrale di Trani, immagina le onde di acqua acidificata che corrode la pietra. Immagina ora cosa accadrà nel profondo degli oceani, nei nostri mari, immagina quanto questo mutamento determinato dall’uomo possa rendere inospitale un intero pianeta.
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Cattedrale di Santa Maria Assunta
Trani
I mari assorbono una buona parte della Co2 immessa in atmosfera, tra un terzo e un quarto del totale. Se questo da un lato permette di mitigare l’effetto serra, dall’altro produce dei cambiamenti nelle acque, che mutano il proprio ph a causa della produzione di acido carbonico. Se l’acqua diventa più acida, le barriere coralline sono a rischio e lo sono anche i molluschi, i cui gusci difficilmente potranno sopravvivere al cambiamento di acidità del mare. Immagina quindi di esporre alle mareggiate la stupenda cattedrale di Trani, immagina le onde di acqua acidificata che corrode la pietra. Immagina ora cosa accadrà nel profondo degli oceani, nei nostri mari, immagina quanto questo mutamento determinato dall’uomo possa rendere inospitale un intero pianeta.
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Immigrazione
Basilica di san Nicola
Bari
Secondo la Convenzione dell’ONU, per combattere la desertificazione, 1,5 miliardi di persone traggono il loro sostentamento da terreni che sono a rischio di diventare sterili. La Banca Mondiale ha invece stimato che entro il 2050 ci saranno almeno 143 milioni di rifugiati ambientali: di questi 40 milioni si muoveranno dall’Asia meridionale e 17 dall’America Latina. La prima volta che è stato utilizzato il termine “rifugiato ambientale” era il 1985. Ora sappiamo che molti di quelli costretti a migrare lo fanno a causa di conflitti scaturiti dalla scarsità di risorse. I cambiamenti climatici stanno facendo aumentare la portata e la frequenza di fenomeni disastrosi, come inondazioni e uragani. I cambiamenti climatici sono innanzitutto cambiamenti sociali e per quanto i loro effetti possano ora essere più evidenti dall’altra parte del mondo, i loro effetti ci toccheranno da vicino.
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Basilica di san Nicola
Bari
Secondo la Convenzione dell’ONU, per combattere la desertificazione, 1,5 miliardi di persone traggono il loro sostentamento da terreni che sono a rischio di diventare sterili. La Banca Mondiale ha invece stimato che entro il 2050 ci saranno almeno 143 milioni di rifugiati ambientali: di questi 40 milioni si muoveranno dall’Asia meridionale e 17 dall’America Latina. La prima volta che è stato utilizzato il termine “rifugiato ambientale” era il 1985. Ora sappiamo che molti di quelli costretti a migrare lo fanno a causa di conflitti scaturiti dalla scarsità di risorse. I cambiamenti climatici stanno facendo aumentare la portata e la frequenza di fenomeni disastrosi, come inondazioni e uragani. I cambiamenti climatici sono innanzitutto cambiamenti sociali e per quanto i loro effetti possano ora essere più evidenti dall’altra parte del mondo, i loro effetti ci toccheranno da vicino.
SCARICA IL CALENDARIOInnalzamento dei mari
Castello Aragonese
Taranto
Il livello del mare nel Golfo di Taranto si alzerà di 92 centimetri entro il 2100 e questa zona sarà una delle più colpite dall’innalzamento dei mari, un fenomeno dovuto in gran parte allo scioglimento dei ghiacci perenni. Studi architettonici hanno dimostrato che, all’epoca della costruzione del Castello Aragonese, il livello del mare fosse più basso di 70 centimetri. Il ritmo di crescita diventa sempre più elevato e probabilmente i nostri discendenti potranno organizzare visite guidate al castello muniti di bombole d’ossigeno, con pinne e maschere e chissà quali specie marine tropicali avranno trovato casa nei lunghi saloni o nel cortile principale. Ma soprattutto, chissà dove avrà trovato casa la popolazione che attualmente vive al livello del mare.
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Castello Aragonese
Taranto
Il livello del mare nel Golfo di Taranto si alzerà di 92 centimetri entro il 2100 e questa zona sarà una delle più colpite dall’innalzamento dei mari, un fenomeno dovuto in gran parte allo scioglimento dei ghiacci perenni. Studi architettonici hanno dimostrato che, all’epoca della costruzione del Castello Aragonese, il livello del mare fosse più basso di 70 centimetri. Il ritmo di crescita diventa sempre più elevato e probabilmente i nostri discendenti potranno organizzare visite guidate al castello muniti di bombole d’ossigeno, con pinne e maschere e chissà quali specie marine tropicali avranno trovato casa nei lunghi saloni o nel cortile principale. Ma soprattutto, chissà dove avrà trovato casa la popolazione che attualmente vive al livello del mare.
SCARICA IL CALENDARIOConsumo del suolo
Palazzo del Seggio – Sedile
Lecce
Il consumo di suolo non è propriamente un effetto dei cambiamenti climatici, quanto una causa. La cementificazione senza regole ha visto il nostro territorio riempirsi di croste impermeabili. Il suolo è risorsa fragile e ci fornisce i servizi ecosistemici necessari al nostro sostentamento: i prodotti agricoli, la regolazione del clima, la cattura e lo stoccaggio del carbonio, la regolazione della quantità dell’acqua e la mitigazione dei fenomeni meteorici estremi. L’urbanizzazione selvaggia e le scorrette pratiche agricole stanno producendo le condizioni per nuovi e più terribili disastri. L’uomo sta letteralmente compromettendo il proprio futuro, a vantaggio esclusivo di pochissimi, sulla pelle di tutti gli altri. Dal Sedile di Lecce, seduto sul trono, l’Uomo del futuro non potrà che ammirare una sterminata e sterile desolazione.
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Palazzo del Seggio – Sedile
Lecce
Il consumo di suolo non è propriamente un effetto dei cambiamenti climatici, quanto una causa. La cementificazione senza regole ha visto il nostro territorio riempirsi di croste impermeabili. Il suolo è risorsa fragile e ci fornisce i servizi ecosistemici necessari al nostro sostentamento: i prodotti agricoli, la regolazione del clima, la cattura e lo stoccaggio del carbonio, la regolazione della quantità dell’acqua e la mitigazione dei fenomeni meteorici estremi. L’urbanizzazione selvaggia e le scorrette pratiche agricole stanno producendo le condizioni per nuovi e più terribili disastri. L’uomo sta letteralmente compromettendo il proprio futuro, a vantaggio esclusivo di pochissimi, sulla pelle di tutti gli altri. Dal Sedile di Lecce, seduto sul trono, l’Uomo del futuro non potrà che ammirare una sterminata e sterile desolazione.
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